La cartografia oggi
L’impiego di software per la graficizzazione vettoriale, o di tabelle di foglio elettronico con l’andamento dei dati studiati attraverso la costruzione di grafici e curve statistiche, verificati oppure arricchiti tramite ricerche sui siti web, non esclude tuttavia l’utilizzo delle tecniche tradizionali di comunicazione cartografica, anche per la produzione più recente e aggiornata.
Non diversamente da quanto avviene in altri settori, le nuove tecnologie si aggiungono a quelle tradizionali, senza che ciò determini l’eliminazione di queste ultime. L’uso dei simboli puntuali e lineari, la loro declinazione attraverso le variabili di posizione, (grandezza, orientamento e forma), il ricorso al cromatismo con scale tonali diverse per classi ordinate di dati, il rapporto tra i colori e le dimensioni delle campiture, il ricorso a scale differenziali, i significati e le diverse implicazioni, anche di carattere politico-diplomatico, nell’uso dei segni – come il tracciamento delle linee di confine, continue o tratteggiate, per dichiarare lo status di territori occupati o contesi – e, ancora, titoli, legende, unità di misura, scale della rappresentazione, fondi cartografici, tematismi e fonti, sono tutti aspetti, alcuni più legati alle pratiche del passato, altri ancora oggi molto attuali, da considerare nella progettazione di una mappa. In ogni epoca, infatti, la cartografia nasce da un compromesso tra l’oggettiva complessità del mondo, la soggettività di un punto di vista, le capacità di chi rappresenta e, legate al periodo in cui le carte vengono elaborate, le tecnologie atte a riprendere, restituire e graficizzare i dati. Diversamente dall’acritica registrazione operata attraverso la fotografia satellitare, il continuum costituito dal reale viene discretizzato in elementi significativi, fino a produrre un elaborato cartografico orientato verso un percorso conoscitivo preciso e finalizzato al singolo utente. Certamente le carte topografiche generali, dovendo più di altre rispondere a criteri di obiettività, come base su cui identificare, nominare e collocare oggetti nello spazio, sono il supporto su cui si costruisce ogni cartografia tematica come visualizzazione sinottica, allargata rispetto alla sola dimensione numerico-quantitativa, di dati o layers organizzati secondo precise relazioni e spazialmente distribuiti.
È per tutte queste proprietà che le carte sono sempre state viste come strumenti di analisi e comunicazione efficaci, ma al tempo stesso, soprattutto in passato, essenzialmente legate a quanto il cartografo o i suoi committenti volevano mostrare. Non va infatti dimenticato che la cartografia, storicamente, nasce per esigenze di natura politica, per es. per offrire al monarca la rappresentazione del territorio dominato e per assicurarne la conoscenza, la difesa, l’amministrazione e così via. L’informazione geografica offriva al sovrano una testimonianza della propria autorità, ma gli dava anche la possibilità di gestire e proteggere i propri possedimenti e le proprie ricchezze. Questo giustifica tutto l’apparato decorativo fatto di stemmi, angeli musicanti, galeoni e caravelle, venti e sirene che affollavano le antiche mappe: l’interminabile Galleria delle carte geografiche in Vaticano, con le sue pareti interamente ricoperte, dal pavimento fino al soffitto, dalla topografia dell’Italia, costituisce forse uno degli esempi più straordinari che la storia ci abbia lasciato.
Il cartografo contemporaneo, pur avendo in comune con il suo antenato una sensibilità che lo rende, di volta in volta, osservatore, economista, demografo, geomorfologo, geografo e, non da ultimo, artista, ha committenti di tipo molto diverso, sebbene, anche oggi, sarebbe ingenuo pensare che gli Stati più potenti non esercitino un controllo strategico, economico o militare sulla produzione cartografica ufficiale e sulle stesse immagini satellitari.
Nell’evoluzione del settore cartografico quindi, più che la messa in discussione delle tecniche di redazione, da sempre oscillanti tra scienza, arte e manipolazione, ciò che ha inciso maggiormente è stata l’informatizzazione del prodotto, come anche la socializzazione delle conoscenze da questa derivate. Nel periodo storico attuale, caratterizzato dalla diffusione sociale di Internet e dall’interazione dinamica e multisensoriale con i data-base, si è registrato il maggiore avanzamento mai esperito dalla disciplina. Modificati il processo di produzione e le modalità di utilizzo, la cartografia, pur mantenendo nella sua definizione tradizionale il significato di rappresentazione simbolica di dati legati a luoghi geografici, è entrata a pieno titolo nel settore degli strumenti destinati a fare da supporto a un tipo di informazione diffusa e accessibile a tutti. In tale nuova accezione, è la figura dell’utente, libero di scegliere di volta in volta a quali specifiche forme di informazioni accedere, a svolgere un ruolo attivo e da protagonista.
Leave a Comment
Devi essere connesso per inviare un commento.